Sofia Castelli,

"Eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta"

Questi i messaggi e le testimonianze dei sette ragazzi arrestati con l’accusa di aver violentato in gruppo una giovane ragazza la sera del 7 luglio nella zona del Foro Italico a Palermo. La Procura di Palermo ha emesso un’ordinanza di misure cautelari nei loro confronti. Gli indagati avrebbero attirato la vittima, amica di alcuni di loro, in un bar, l’avrebbero fatta bere per poi portarla in una zona isolata dove avrebbero commesso lo stupro. Durante l’aggressione, uno degli indagati avrebbe affermato che si trattava di uno “stupro di massa”

La vittima avrebbe cercato di chiedere aiuto senza riuscire. La ragazza ha successivamente raccontato tutto ai carabinieri dopo essere stata soccorsa e visitata in ospedale. La testimonianza della vittima e le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto dei sette aggressori, di cui uno minorenne. Gli indagati hanno discusso dei fatti in una chat su WhatsApp: “Qua la situazione si sta facendo seria ora ci mettono tutti nella stessa cella!” oppure “Un macello c’è! Dicono che abusiamo delle sue condizioni di inferiorità psichica e fisica. Vi immaginate se spuntiamo al telegiornale? Se succede mi ammazzo”.

La giovane ha spiegato agli investigatori di aver ripetuto più volte: “non ce la faccio più”, ma i suoi aguzzini le ribattevano: “ma quando mai non ce la fai più”. Continuando a scambiarsi di ruolo, mentre l’unico volto familiare nel gruppo immortalava tutto con un cellulare.

Questi abusi vanno oltre il semplice atto sessuale, rivelando il loro bisogno di esercitare potere sugli altri. Un potere alimentato dalla volontà di umiliare e degradare, evidenziato anche dalla scelta di registrare l’orrore in un video. Siamo di fronte a casi di violenza in cui sia gli aggressori che le vittime sono sempre più giovani. Per contrastare la violenza sulle donne, è fondamentale introdurre nell’ambito scolastico un’educazione che promuova il rispetto delle emozioni. Fino a quando non si comprenderà che il cambiamento deve partire dalla base e radicarsi nella cultura, le cose rimarranno immutate.