Ad oggi, sono ancora molte le donne che riportano di aver sperimentato una o più forme di discriminazione e violenza sul luogo di lavoro.
Riferimenti sessuali, battute volgari, complimenti o addirittura contatti di tipo fisico non desiderati, sono solo alcune delle forme di molestia vissute ogni giorno da alcune donne in ambito lavorativo.
Probabilmente, ogni donna è stata vittima almeno una volta di espressioni o riferimenti sessisti, fondati su stereotipi di genere ormai diffusi su larga scala.
Se pensiamo alla diffusione di questo tipo di fenomeno, è piuttosto facile intuire come le molestie verbali, fino a divenire fisiche in alcuni casi, possano acquisire ancora più potere in un contesto lavorativo, magari caratterizzato da una maggioranza di figure maschili, fino a divenire un’ amara consuetudine.
Trovare la forza di denunciare le vessazioni subite in ambito lavorativo può risultare difficile: la donna che subisce maltrattamenti potrebbe temere conseguenze sulla propria carriera e voler scongiurare a tutti i costi il rischio di un licenziamento.
Tuttavia, reagire è necessario.
Interrompere il circolo vizioso di comportamenti abusanti e disfunzionali è doverso.